Lieviti e malattie autoimmuni

 

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1. Lieviti e malattie autoimmuni

Non tutti sanno che esiste una relazione tra  lieviti e malattie autoimmuni.

Il sistema immunitario è un meccanismo di difesa del corpo dagli agenti esterni. Esso ci aiuta a combattere gli attacchi di virus, batteri e sostanze nocive.

La sua salute dipende essenzialmente dallo stile di vita e dall’alimentazione. Una dieta corretta aiuta il buon funzionamento dell’organismo.

Per chi soffre di allergia al nickel, riequilibrare l’intestino è possibile a partire da una dieta a basso contenuto di nickel e rafforzando il sistema immunitario.

Il sito www.reumatoide.it  riferisce come la reazione infiammatoria provocata dal cibo, in particolare dai lieviti, favorisca la comparsa di malattie autoimmuni.

A livello europeo si sta verificando un cospicuo aumento dei casi di reazione nei confronti dei lieviti e delle sostanze fermentate, a causa delle nuove abitudini alimentari e modalità produttive di alimenti.

In passato l’alimentazione si basava essenzialmente sulla frutta. Era difficile trovare alimenti ad alto contenuto di glucosio, poiché anche i cereali erano costituiti soprattutto da fibre.

Col passare del tempo però la nostra alimentazione è cambiata e hanno fatto il loro ingresso cibi raffinati, lavorati, fermentati e lievitati.

Questi sono responsabili di reazioni infiammatorie costanti, che indeboliscono l’organismo, rendendolo soggetto a numerose patologie.

Tra le tante si evidenziano le malattie autoimmuni.

 

2. Perché i lieviti causano le malattie autoimmuni?

L’azione patologica è provocata dalle citochine infiammatorie, stimolate dall’assunzione di alcuni alimenti.

Le citochine mediano la risposta naturale o aspecifica del sistema immunitario.

Il sito www.humanitas.it spiega che:

Le citochine sono proteine che si legano a specifici recettori e comunicano alla cellula delle istruzioni. Vengono prodotte da diversi tipi di cellule e, una volta liberate nell’organismo, inducono particolari reazioni nelle cellule adiacenti (effetto paracrino), lontane (effetto endocrino) o in quelle che le hanno create (effetto autocrino).

Nell’ottobre 2013 un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato su Clinical Reviews in Allergy and Immunology l’articolo “Dalla cottura del pane all’autoimmunità”.

Il fulcro della trattazione è il rapporto tra il lievito di birra e le malattie autoimmuni.

Il gruppo di ricerca ha analizzato i dati del National Center for Biotechnology Information (NCBI) .

Lo scopo era quello di cercare similitudini tra gli autoantigeni e altre sostanze biologiche. Si è rilevata una somiglianza dell’83% tra il lievito di birra e i più comuni autoantigeni.

I ricercatori hanno concluso quindi che l’organismo produce naturalmente anticorpi contro i lieviti. Essi agiscono inducendo, favorendo e forse causando diverse malattie autoimmuni.

Inoltre si è messo in luce come il corpo produca anticorpi contro i lieviti già anni prima dalla comparsa delle malattie autoimmuni.

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3. Studi sulla relazione tra disbiosi e lieviti

Adriano Panzironi, autore del libro “Vivere 120 anni”, è un altro sostenitore della tesi secondo cui la disbiosi intestinale sia causa delle malattie autoimmuni.

La maggior parte dei batteri contenuti nel corpo risiedono nell’intestino.

Quando la flora batterica e gli enzimi presenti nell’intestino subiscono un’alterazione, si parla di disbiosi.

L’intestino è costituito da giunzioni cellulari, che formano una barriera naturale. Essa impedisce alle particelle non ancora scomposte di immettersi nel sangue. Nel caso in cui troppi batteri infiammino l’organismo, questi giunti si allargano, perdendo di efficacia nel filtrare le sostanze. Questo causa malattie autoimmuni, allergie e parecchie altre patologie.

Il Dottor Andrea Deledda, biologo nutrizionista, fornisce interessanti dati sulla correlazione tra lieviti e malattie autoimmuni, in un articolo riportato dal sito www.nutrizione996.blogspot.it afferma che:

Il microbiota è spesso alterato in soggetti con malattie autoimmuni.
Esso rilascia molecole coinvolte nella neurodegenerazione, che arrivano al cervello dall’intestino.
I cibi lievitati da quali siamo sommersi modificano l’equilibrio dell’intestino, rendendolo permeabile.

Gli studi scientifici sottolineano come vi sia una fondamentale correlazione tra dieta, inquinamento e malattie autoimmuni.

I sintomi delle malattie autoimmuni sono legati alla anomala aggregazione di anticorpi, autoanticorpi e proteine alimentari simili che diventano stimolanti dei processi infiammatori cronici.

Gli stimoli infiammatori che possono derivare da una alimentazione con eccesso di lieviti stanno diventando i più importanti.

 

4. Intervista alla naturopata Alice Foti: alcalinizzare il corpo ci difende dai lieviti cattivi

 

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Alice Foti, naturopata e consulente nutrizionale CNM, esperta in educazione alimentare e intolleranze. Esperta in integrazione nutraceutica e floriterapia mi ha gentilmente concesso un’intervista per spiegare meglio l’azione dei lieviti e come possiamo difenderci da essi.

 

  1. Dottoressa, ci può spiegare l’azione dei lieviti nell’organismo?

 

 

I lieviti fanno parte del nostro microbiota (flora batterica). Il più conosciuto è la candida, le cui specie finora studiate sono più di 70. Esso produce 80 tipi differenti di tossine.
La Candida alberga normalmente stomaco, pelle, cavo orale e vaginale. A dosaggi normali è innocua, anzi serve a cibarsi di metalli pesanti per evitare accumuli.
Diversi però sono i fattori che possono mutare lo stato del lievito in “patologico” : stress psico fisico, antibiotici e pillola anticoncezionale, alimentazione scorretta e presenza di metalli nel corpo. Tutti questi fattori stimolano la produzione di ife, ovvero filamenti che penetrano negli strati più profondi delle mucose, diffondendone le tossine. Ecco come i lieviti diventano un problema per la salute, non contando che hanno la capacità di riprodursi assai velocemente.  

 

      2. Esiste a suo parere una correlazione tra lieviti e malattie autoimmuni?

 
La causa primaria delle malattie autoimmuni è la leaky gut syndrome, sindrome dell’intestino permeabile o gocciolante.
La barriera intestinale in un soggetto sano dovrebbe essere impermeabile e selettiva; cioè far passare ciò che serve e bloccare le macromolecole che -se non correttamente metabolizzate- possono sovra-stimolare il sistema immunitario. Le diverse tossine che i lieviti in fase patologica possono liberare e produrre, nell’intestino di un soggetto affetto da disbiosi e permeabilità intestinale, possono essere riversate nel torrente circolatorio e scatenare un attacco immunitario abnorme. Le patologie autoimmuni non sono altro che manifestazioni esagerate di un sistema immunitario iperreattivo, continuamente stimolato da frammenti proteici o tossine non riconosciuti dal sistema stesso. Per fare un esempio la candida (albicans) può liberare 3 tossine in grado di bypassare la barriera ematoencefalica, raggiungendo il cervello e creando vari danni, tra cui l’autismo. Difatti molto sovente gli autistici rispondono a trattamenti con antimicotici.

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     3. Qual è la differenza tra lievitati e fermentati? 

I lievitati sono cibi o sostanze che contengono lievito (di birra o naturale ) come pane, pizza, brioches. I funghi stessi fanno parte della famiglia dei lieviti. Sono “cugini”. Simili ai lievitati sono i “fermentati”, sostanze che hanno subìto un processo di fermentazione, come vino, alcolici, aceti, tè nero, maionese, salse macrobiotiche (miso, salsa di soia, umeboshi), yogurt (anche vegetali).
Sono infatti sostanze che producono fermenti ovvero batteri. Se le verdure fermentate, dette “insalatini”, come i crauti, in generale sono utili per ripristinare e popolare il microbiota, in un soggetto con forte intolleranza ai lieviti sconsiglio personalmente l’utilizzo di tali alimenti.

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Immagine dal sito www.medicina360.com

 

4. Che effetti hanno sul corpo?

Il lievito si nutre dei suoi simili, vive di zuccheri latticini e lieviti. Pertanto in un soggetto predisposto o che ha continue recidive di cistiti, gonfiore gastro-addominale, problemi di emicrania o cutanei, alitosi, problemi epatici, sarebbe buona norma effettuare un esame per la ricerca di candidosi o lieviti (penicillum, mucor racemosus, ecc…). Facilissimo riscontrarla in coloro che fanno uso di antibiotici o di pillola anticoncezionale. Gli antibiotici uccidono i batteri buoni e cattivi senza distinzione, ma i lieviti non sono batteri e non solo sopravvivono, ma trovano terreno libero per avanzare. Siccome nell’intestino non esiste il concetto di “vuoto “, quando ciò accade, i lieviti lo colonizzano facilmente. In questo caso è utilissimo impiegare bifidobatteri o saccaromyces boulardii, gli unici antagonisti della candida e dei lieviti.

 

5. Quali sono i sintomi che accusa chi è intollerante ai lieviti?

Sintomi da intolleranza ai lieviti possono esser mal di testa ricorrenti, cistiti recidivanti, gastrite e poroso gastrica, colite mughetto orale, alitosi sapore metallico in bocca, problemi epatici e cutanei così come depressione sbalzi umorali e craving (desiderio compulsivo da dipendenza di zuccheri dolci e alimenti lievitati).

 

6. Che precauzioni possiamo adottare per evitare intolleranza da lieviti e patologie correlate?

Personalmente nelle mie consulenze naturopatiche consiglio di astenersi quando siamo di fronte a un intolleranza ai lieviti per paio di mesi a tutto ciò che è fermentato e lievitato. Significa sostituire per esempio pane o brioches con gallette o fiocchi integrali, eliminare latte e derivati, che contribuisce a incrementare -così come il glutine -la permeabilità intestinale. Quest’ultima, lo sottolineo, è la prima causa dell’insorgenza di malattie autoimmuni, allergie e intolleranze. Meglio preferire i legumi passati e il pesce al posto della carne. Il pesce ha proteine più facilmente digeribili e omega3, che sono potentissimi antinfiammatori e immunomodulanti.  La carne, i lattoderivati e gli zuccheri semplici sono cibi fortemente “acidificanti”. Se i lieviti prosperano in un terreno acido, bisogna alcalinizzare il più possibile il corpo. Ricordo che i cibi maggiormente alcalinizzanti sono: frutta, verdure, alghe, rapa rossa, ortiche (clorella, spirulina, ecc…)  e integratori basificanti, come magnesio e potassio.

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      7. Ci dà qualche suggerimento sulla dieta giusta da adottare per prevenire         problemi con lieviti e possibili accumuli?

Per prevenire bisogna puntare su cereali in chicco integrali, soprattutto senza glutine (riso integrale è portentoso), pesce, legumi passati, verdure a foglia verde, mandorle, semi di zucca e olio di lino. Evitare zuccheri semplici: farina 00, dolci, sostanze fermentate come tè nero, aceto e sottaceti, salse macrobiotiche,  miso, latticini, funghi, lievito di birra. Il lievito può essere sostituito con cremor tartaro o bicarbonato di sodio (molto alcalinizzante), al posto dello zucchero si possono usare Stevia o sciroppo d’acero. Puntare su verdure, pesce, legumi e frutta a basso Ig  (avocado, frutti di bosco, mele, limoni, pompelmo, cocco).
Dal cocco si estrae l’acido caprilico, uno dei più potenti antimicotici naturali conosciuti. I semi di pompelmo vantano, così come l’aglio, azioni antifungine. In associazione usare probiotici come i bifidobatteri  e il saccaromyces boulardii.

 

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Quindi la disbiosi, cioè l’alterazione del normale equilibrio della flora intestinale con conseguente danneggiamento dei legami cellulari della mucosa intestinale, porta ad un indebolimento delle naturali difese del corpo.

I lieviti sono alcune delle cause principali della permeabilità intestinale e della disbiosi. Essi hanno effetti estremamente negativi sull’organismo, se se ne abusa e si rivelano essere una concausa delle malattie autoimmuni.

E’ possibile prevenire tali patologie, attraverso una dieta sana, povera di grassi cattivi, latticini, lievitati, fermentati e zuccheri semplici.

 

 

Biscotti grancereale morbidi e golosi

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I biscotti grancereale morbidi e golosi sono davvero fantastici!

Era tanto tempo che volevo provare a cucinare una versione senza nickel dei buonissimi biscotti ai cereali, ma non sapevo che ingredienti usare.

Finché ho trovato riso e quinoa soffiati al negozio bio e ho deciso di tentare.

I biscotti grancereale morbidi e golosi non contengono nickel e lattosio, sono leggeri e appetitosi. Uno tira l’altro e non saprete più fare a meno di mangiarli.

Sono facilissimi e veloci da preparare e possono essere gustati a colazione o merenda.

A differenza di quelli commerciali sono molto morbidi, grazie all’uso dello yogurt e alle uova, ma il sapore è eccezionale!

Una volta cotti i  biscotti grancereale morbidi e golosi possono essere arricchiti con miele o marmellata.

Vi lascio qui la mia ricetta della marmellata di arance fatta in casa.

I biscotti grancereale morbidi e golosi possono essere conservati in un contenitore di plastica chiuso ermeticamente anche per un paio di settimane.

Scommetto che se li provate, non ve ne pentirete!

Ingredienti:

  • 90/100 gr di riso soffiato;
  • 30 gr di di quinoa soffiata;
  • 4 uova;
  • 2 tuorli;
  • 100 gr di zucchero di canna;
  • 100 gr di farina di riso;
  • 30 gr di fecola di patate;
  • 80/100 gr circa di farina di semola di grano duro Senatore Cappelli;
  • 65 ml di olio di riso;
  • 1 limone scorza grattugiata;
  • 1 mela grande tagliata a pezzetti;
  • 2 cucchiaini di miele;
  • 3 bustine di infuso al caffè verde, zenzero e limone;
  • qualche pezzetto di zenzero candito;
  • 80 ml di succo di mela;
  • 1 cucchiaino abbondante di cremor tartaro;
  • 1 cucchiaino raso di bicarbonato;
  • 1 vasetto di yogurt di riso. qui la ricetta

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Per cucinare i biscotti grancereale morbidi e golosi tostare il riso soffiato e la quinoa soffiata per qualche minuto.

Tritarne la metà in un frullatore, fino ad ottenere una farina grossolana.

In una ciotola molto capiente rompere le uova, aggiungere i rossi e lo zucchero e mescolare con una frusta molto velocemente.

Aggiungere il contenuto delle bustine di infuso, i cereali tostati tenuti da parte interi e gli altri ingredienti.

Mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo. La consistenza non deve essere dura come quella delle frolle tradizionali, ma più morbida.

Potete regolarvi con l’impasto aggiungendo o eliminando la farina di grano duro.

Scaldare il forno a 180 gradi, funzione ventilata.

Ricoprire la leccarda di carta forno e prelevare un cucchiaio alla volta di impasto. Distribuire in mucchietti rotondi ben distanziati e infornare per circa 15/20 minuti o fino a doratura.

Lasciar raffreddare completamente i biscotti grancereale morbidi e golosi.

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Buona colazione!

 

 

Latte di riso fatto in casa

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Il latte di riso fatto in casa è una preparazione estremamente facile da realizzare.

In moltissimi me ne avete chiesto come si prepara ed eccovi accontentati!

La ricetta che vi propongo è alla portata di tutti e personalmente mi piace molto perché, a differenza delle solite, è arricchita da aromi freschi e delicati, che regalano un sapore particolare.

Personalmente non adoro il latte di riso commerciale, tranne quello della Scotti e della Granarolo, che per adesso sono i soli che ho trovato idonei per noi nickelini.

Sono infatti gli unici ad avere nella composizione olio di riso e non di semi.

Il latte di riso fatto in casa è adatto a chi è allergico o intollerante al lattosio e a chi ha allergie multiple come nickel e lattosio.

Rappresenta una valida e leggera alternativa al latte vaccino, perché è composto da zuccheri semplici e risulta estremamente digeribile. Ha inoltre pochi grassi e non è fonte di colesterolo.

Infine il latte di riso fatto in casa può essere consumato per la colazione o la merenda, ma anche nella preparazione di ricette dolci e salate.

Rimbocchiamoci le maniche quindi e prepariamo il nostro latte di riso fatto in casa!

Ingredienti:

  • 1,2 litri di acqua;
  • 70 gr di riso per risotti;
  • 20 gr di zucchero;
  • 1 bacca di vaniglia o aromi consentiti a piacere;
  • 1 pizzico di sale.

 

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Riempire una pentola capiente con l’acqua e portare a bollore.

Aggiungere il riso, lo zucchero, il sale e gli aromi scelti e lasciar cuocere per circa 30 minuti, finché il riso non si disferà.

Trascorsi i 30 minuti, basta eliminare la bacca di vaniglia e lasciar raffreddare per almeno 10/15 minuti il latte di riso.

Frullare con un frullatore a immersione il riso nella pentola di cottura.

E’ importante ottenere un composto molto liscio, frullando per qualche minuto.

Preparare una ciotola molto ampia e un colino, ricoperto con un canovaccio pulito di cotone.

Filtrare il latte di riso fatto in casa, eliminando i residui di riso, e strizzare bene il canovaccio per recuperare tutto il liquido.

Se preferite una consistenza più cremosa, basta filtrare il latte con un semplice colino.

Infine è necessario travasare il latte di riso fatto in casa in una bottiglia di vetro, plastica o un contenitore in tetrapack e conservarlo in frigo per 3/4 giorni al massimo.

 

Buona colazione!

 

Spiedini di pollo tritato saporiti

 

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Gli spiedini di pollo tritato saporiti sono una ricetta semplicissima e super veloce.

Per chi ama piatti sfiziosi e da fare in pochissimo tempo, questi spiedini sono l’ideale.

A me piacciono moltissimo e ho deciso di proporveli come pietanza estiva da mangiare in qualsiasi occasione.

Potrebbero essere un’idea originale per una cena in compagnia, ottimi perfino come finger food.

Soddisfano il bisogno di un secondo diverso a basso contenuto di nickel, senza lattosio o glutine, come molte delle mie ricette.

Ecco a voi quindi, la mia ricetta degli spiedini di pollo tritato saporiti!

Ingredienti:

  • 200 gr di petto di pollo;
  • 50 gr di prosciutto crudo;
  • 100 gr di zucchine;
  • 1 cucchiaio di parmigiano;
  • pepe nero q.b.;
  • 30 gr circa di olive verdi denocciolate;
  • sale q.b.;
  • scorza di mezzo limone grattugiata a piacere;
  • pangrattato di riso q.b.

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Contorni da abbinare:

 

Attrezzi da cucina:

  • 10 stecchini circa per spiedini;
  • 1 teglia da forno;
  • mixer;
  • cucchiaio di legno;
  • 1 coltello da cucina;
  • carta forno.

 

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Ridurre le fettine di pollo in bocconcini, tagliare prosciutto crudo e olive e tenere da parte. Grattugiare la zucchina.

Tritare le fettine di petto di pollo nel mixer con sale, parmigiano, pepe, crudo, zucchine grattugiate, limone e olive.

Se l’impasto dovesse essere troppo asciutto, è possibile aggiungere un uovo per amalgamare il composto.

Una volta ottenuto un impasto grossolano, prendere degli stecchini da spiedini e modellarci intorno gli spiedini con il trito.

Impanarli nel pangrattato di riso.

In alternativa è possibile formare delle polpettine, sempre da impanare con del pangrattato di riso.

Ricoprire la teglia di carta forno e adagiare gli spiedini di pollo tritato saporiti e cuocerli in forno a 200 gradi fino a doratura, circa 10/15 minuti.

Gli spiedini di pollo tritato saporiti possono essere abbinati a diversi contorni, come patate al forno o verdure miste.

Qui le ricette dei contorni.

Buon appetito!

Pancackes senza nickel, lattosio e glutine

 

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I pancakes senza nickel, lattosio e glutine sono una conquista formidabile!

La sensibilità al glutine mi mette di fronte a nuove sfide. E’ davvero dura per tutti quelli che hanno allergie o sensibilità multiple. In molti mi scrivete per chiedermi consigli e ricette.

Purtroppo l’allergia al nickel porta ad altre sensibilità, ma fedele al motto del mio blog, ho deciso che “Il nickel non è un problema per me!”

Quindi vi propongo, grazie ai suggerimenti della mia preziosa nutrizionista, la dottoressa Francesca DiGennaro, questa ricetta.

Ovviamente si tratta di una versione che ho modificato apposta per chi ha i miei stessi problemi.

Il risultato è davvero ottimo! Consiglio i pancakes senza nickel, lattosio e glutine anche a chi non è allergico, perché dolci così buoni sono rari da trovare.

I pancackes senza nickel, lattosio e glutine si sciolgono in bocca ed hanno un sapore delicato.

Possono essere abbinati a varie salse e marmellate e con frutta fresca.

Per la ricetta della marmellata di arancia, cliccate qui.

Queste delizie rappresentano la colazione tipo nei Paesi anglosassoni, soprattutto in nord America. Hanno origini antiche e si distinguono dalle crépès francesi per l’utilizzo di agenti lievitanti.

Ecco a voi quindi la ricetta dei pancakes senza nickel, lattosio e glutine.

Ingredienti:

  • 100 gr di farina di riso;
  • 100 ml di latte di riso;
  • 2 cucchiai di zucchero;
  • 1 uovo;
  • 40 ml di aceto di mele;
  • 6 gr di bicarbonato;
  • 1/2 bacca di vaniglia;
  • 1 pizzico di sale;
  • olio di riso per cuocere i pancakes.

 

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Sbattere l’uovo con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.

Aggiungere il latte e sbattere per qualche secondo.

Lasciar riposare in frigo almeno 30 minuti.

Questo passaggio è fondamentale, altrimenti il risultato dei pancakes viene del tutto compromesso.

Estrarre il semini dalla mezza bacca di vaniglia.

Per estrarre i semini della bacca di vaniglia è sufficiente tagliare la bacca di vaniglia per tutta la lunghezza e, tenendola ferma, passare la lama di un coltello su tutta la bacca. I semini vanno poi inseriti nell’impasto.

Non usate vanillina o essenza di vaniglia se siete allergici al nickel, perché ne sono pieni.

Trascorsi i 30 minuti, sbattere nuovamente per qualche secondo il composto e aggiungere, continuando a lavorare con le fruste, farina e bicarbonato setacciati.

Unire sale e vaniglia sempre con le fruste in funzione.

Quando il composto sarà ben amalgamato, aggiungere l’aceto.

Mescolare delicatamente dal basso verso l’alto, fino a completo assorbimento.

Ungere con l’olio di riso una padella medio-piccola e asciugare con uno scottex.

Formare i pancakes prelevando un mestolo alla volta di pastella.

Non appena in superficie si formeranno delle bolle, girare il pancake.

Questa operazione può risultare un pò complicata, perchè il pancake senza nickel, lattosio e glutine può rompesrsi. Consiglio quindi di essere molto delicati.

Girare il pancake e cuocere altri 30 secondi.

Procedere fino a completo esaurimento della pastella.

I pancakes possono essere farciti con sciroppo d’acero, miele, marmellata a piacere.

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Buon appetito!

Gelato alla pesca senza nickel e lattosio light

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Il gelato alla pesca senza nickel e lattosio light è una ricetta super facile e veloce.

E’ un piatto davvero alla portata anche dei più inesperti.

Non serve la gelatiera, nè abilità particolari, perchè basta frullare gli ingredienti.

Il gelato alla pesca senza nickel e lattosio light è adatto a noi nickelini e chi ha problemi con il lattosio: Inoltre è più leggero di quelli che si trovano in commercio e sicuramente più sano.

Questa ricetta è una soluzione pratica e gustosa per chi, allergico come me, non può comprare gelati già fatti, seppur artigianali.

Questi ultimi infatti sono ricchi di addensanti e sciroppi ad alta percentuale di nickel.

Parlo degli sciroppi di glucosio, fruttosio e destrosio, dei semi di carrube, amidi modificati di mais, semi di guar ecc…

Per verificarlo, vi lascio qui l’elenco completo degli eccipienti vietati.

Ovviamente le pesche possono essere sostituite con qualsiasi altra frutta concessa.

L’elenco completo della frutta a basso contenuto di nickel lo trovate qui.

Ecco a voi il gelato alla pesca senza nickel e lattosio light.

Buona preparazione!

Ingredienti:

  • 500 gr di polpa di pesche;
  • 70 gr di zucchero semolato;
  • 2 albumi.

Per decorare:

  • frutta fresca a piacere;
  • biscotti concessi;
  • meringhette;
  • sciroppi di frutta concessi e fatti in casa.

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Lavare e sbucciare le pesche, eliminando piccìolo e noccìolo.

La polpa della frutta deve pesare in tutto 500 gr.

Ridurre la polpa a tocchetti regolari e riporla in freezer in una ciotola ampia e scoperta, finchè non si congela completamente.

Non sarà un problema toglierla dal contenitore una volta congelata.

In un robot da cucina inserire la frutta congelata e lo zucchero. Mescolare velocemente con un cucchiaio e azionare il frullatore.

Frullare circa un minuto, spegnere, mescolare nuovamente con il cucchiaio e azionare nuovamente il robot.

Trascorso un altro minuto, inserire gli albumi e ripetere lo stesso procedimento dello zucchero, mescolando con il cucchiaio un paio di volte.

E’ molto importante seguire questo passaggio per ottenere un gelato ben amalgamato e non lasciar ristagnare uova e zucchero sul fondo.

Frullare finchè il gelato non diventa chiaro e cremoso.

Il gelato alla pesca senza nickel e lattosio light è pronto!

Può essere arricchito con sciroppi di frutta a noi consentiti e preparati in casa, biscotti concessi, merighette e tutto ciò che possiamo mangiare noi nickelini!

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Buon appetito!

Il gelato alla pesca senza nickel e lattosio light si consuma al momento oppure si conserva in un contenitore in plastica a chiusura ermetica.