Allergia al nickel e aumento di peso

Allergia al nichel e aumento di peso sono collegati tra loro?

Spesso gli allergici al nichel lamentano un aumento di peso, ma non  c’è chiarezza sul legame tra i due fattori.

Per accertare che allergia al nickel e aumento di peso siano correlati, bisogna innanzitutto escludere con appositi esami altre cause. 

Solo allora sarà lecito supporre che siano connessi, tenendo presente che l’allergia porta ad un’ alterazione del normale assetto dell’organismo e uno sconvolgimento a livello gastrointestinale.

La biologa nutrizionista Francesca Di gennaro, specializzata in allergia al nickel spiega che:

“L’allergia al nichel porta infiammazione e di conseguenze gonfiore con richiamo di acqua. Questo porta alla ritenzione idrica e quindi all’aumento di peso.”

Non solo, basti  pensare alle reazioni cutanee di chi è allergico.

La pelle si irrita, si gonfia, pizzica e si squama. Una situazione analoga all’interno del corpo, ma in modo molto più forte.

Le mucose sono infatti più delicate della pelle, si  irritano più facilmente a contatto col nichel e più intensamente, producendo gonfiore addominale.

La derivante infiammazione diventa costante nel tempo, tanto da provocare disbiosi intestinali e aumento di peso.

Il naturopata nutrizionista, Luca Avoledo, esperto di salute naturale e alimentazione spiega che:

Il  consumo ripetuto di cibi sbagliati è in grado di scatenare una risposta immunitaria. Il corpo riesce a compensare il sovraccarico fino a una certa soglia. Oltrepassato questo limite, esso reagisce innescando una reazione infiammatoria, perché percepisce quegli alimenti come una minaccia.
Numerose ricerche scientifiche negli ultimi anni, tra cui  un lavoro del 2007 pubblicato su  International Journal of Obesity , hanno evidenziato che l’infiammazione sollecita particolari cellule immunitarie – i macrofagi presenti nel tessuto adiposo – stimolandole a produrre citochine e molecole che provocano insulinoresistenza .

L’ insulina rimane quindi  attiva nel sangue e gli zuccheri non sono trasferiti ai tessuti o metabolizzati. Il risultato  è un elevato livello di  glicemia. Questa situazione è aggravata dall’azione dell’insulina, che immagazzina gli zuccheri come riserva.

Il corpo accumula depositi di grasso, perché è messo in allarme da una serie di segnali di pericolo. E’ come se “pensasse” di dover far fronte ad un consumo di energia, quando invece non è necessario.

Ecco perché anche con un regime alimentare sano, ma ricco di alimenti non adatti (ai quali si è allergici), si tende ad ingrassare.

E’ importante sottolineare che frequentemente la dieta che si segue è ripetitiva.

Non si consumano cibi vari e in quantità equilibrate, in quanto si ignora l’importanza che essi rivestono per il benessere psicofisico.

La soluzione è rivolgersi ad un nutrizionista preparato in allergia al nickel, che studi ciascun caso e compili un piano alimentare personalizzato, tenendo conto di tutte le problematiche di salute del soggetto.

Qui una lista di medici specializzatii in ​​allergia al nickel.

Un apporto rilevante inerente allergia al nichel e aumento di peso proviene dall’allergologo Attilio Speciani .

Sul sito www.eurosalus.com  egli afferma che esistano forti legami tra infiammazione, appetito e aumento di peso.

Il metabolismo subisce diverse influenze:

  1. L’ora in cui si mangia;
  2. L’infiammazione dell’intestino;
  3. L’attivazione di chitochine specifiche;
  4. Il rapporto tra nutrienti del pasto;
  5. Il grado di allergia;
  6. Lo stato d’animo.

Secondo gli studi Il fattore sazietà oleoylethanolamide recluta il sistema istaminergico del cervello per inibire l’assunzione di cibo e ” L’istamina media è gli effetti comportamentali e  metabolici dell’acido 3-iodotirochimico, un prodotto endogeno endogeno  del metabolismo degli ormoni tiroidei 

l’istamina dev’essere ben regolata nell’ipotalamo, affinché la tiroide funzioni correttamente. E dipende sempre  dall’istamina, unitamente all’alimentazione (bisogna assumere grassi attraverso i cibi)la sensazione di sazietà. 

L’infiammazione da cibo, cioè la produzione di sostanze infiammatorie con l’assunzione di alcuni alimenti (per alcuni i latticini, per altri i lieviti, per altri ancora il glutine e così via), è una esperienza comune.

Speciani afferma in particolare: “Si tratta di un  segnale di pericolo  per l’organismo, che influisce direttamente sul metabolismo degli zuccheri e sull’accumulo del grasso, oltre che sul sistema immunitario: alcune sostanze infiammatorie riducono la sensibilità insulinica e favoriscono l’ innalzamento della glicemia e l’accumulo di massa grassa.

Per quanto riguarda l’allarme, l’organismo umano ha imparato a difendersi , modificando il metabolismo e accumulando scorte.

Ridurre l’infiammazione attraverso l’alimentazione è necessario per regolare il metabolismo e la propria forma fisica.

Infine il sito www.forumsalute.it    riporta un interessante studio sull’argomento: “ Elevata prevalenza di allergia al nichel in una popolazione femminile in sovrappeso: un’analisi osservativa pilota “.

    Presso il laboratorio della Croce Rossa a Roma (Unità di immunologia clinica e allergologia) si è svolto uno studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Chieti.

    Essi hanno preso in esame un campione di 87 soggetti (72 donne e 15 Uomini).

    Gli esiti della ricerca sono inediti: si è scoperto che l’allergia al nichel può essere inclusa tra le  cause  di rischio per obesità e sovrappeso. Altri possibili pericoli sono  la steatosi epatica ( fegato grasso ) e la sindrome da insulino-Resistenza .

    La ricerca evidenzia che il  59% del campione (donne in menopausa in  sovrappeso) è anche allergico al nichel.

    L’allergia dei soggetti è stata verificata tramite patch test . 

    L’osservazione ha anche previsto un periodo di dieta a bassa concentrazione di nichel . Dopo tre mesi di dieta normocalorica (che rispettava il fabbisogno calorico di ciascun soggetto), i pazienti hanno registrato un miglioramento delle condizioni di salute e una riduzione di peso. Il  dimagrimento è stato mantenuto anche dopo sei mesi e verificato con successivi controlli.

    E’ rilevante dire anche che molte donne del campione, che soffrivano di fegato grasso sindrome da inulino-resistenza , in seguito alla dieta hanno registrato progressi nelle condizioni generali dei Disturbi metabolici .

    Le allergie alimentari sono una risposta nel sangue delle citochine , molecole proteiche che inducono una risposta immunitaria di tipo infiammatorio .

    Questa situazione determina un aumento dell’insulina e difficoltà nell’assetilazione dei nutrienti. Ecco perché  il corpo tende ad accumulare adipe . Si è concluso che  spesso chi soffre di allergie o intolleranze alimentari registra un aumento di peso generale. Sintomi tipici sono  affaticamento e rallentamento delle funzioni fisiologiche.

    Dunque allergia al nichel e aumento di peso sono riconducibili all’altra secondo diversi studi e pareri medici.

    Tutto parte dall’ingestione di alcuni cibi, cioè quelli ai quali si è allergici. L’organismo messo in allarme, attiva una risposta immunitaria, producendo chitochine. Le chitochine stimolano anche la produzione di zuccheri, che non sono assimilati dal corpo, ma rimangono in circolo nel sangue, innalzando i livelli di insulina. In questo modo si accumulano scorte di grasso inutili e acqua, quindi si ingrassa e ci si gonfia.

    Per risolvere una situazione di aumento peso, causata dall’allergia al nichel, è dunque necessario rivolgersi a specialisti, che valutino le condizioni di salute del cliente e stilino un piano alimentare adeguato. Si parte sempre da una dieta di disintossicazione. Qui la mia dieta è un basso contenuto di nickel.

    Gli effetti ovviamente non sono immediati, ma si vedono col tempo, in quanto il corpo deve poter pian spegnere l’infiammazione e ristabilire i valori normali.

    Quadrotti di riso e quinoa all’arancia e vaniglia

    I quadrotti di riso e quinoa all’arancia e vaniglia sono dei dolci sfiziosi e pregiati di glutine, nickel, lattosio e uova.

    Sono quindi adatti un allergico a molti cibi, ma danno la stessa soddisfazione dei dolci classici.

    In molte ricette e quinoa all’arancia e alla vaniglia, è una davvero versatile.

    Sono buonissimi a colazione e merenda, ma anche semplici da preparare.

    Il sapore agrumato e dall’aroma inebriante dei quadrotti di riso e quinoa all’arancia e vaniglia vi faranno venere voglia di mangiarne un chili.

    E ‘possibile prepararne una versione diversa, sostituendo per esempio gli aromi o il gusto del succo di frutta usato.

    Per gli ingredienti concessi, qui il link alla dieta .

    I quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia possono essere trattati con frutta fresca all’interno e si conservano per 2 o 3 giorni in un contenitore ermetico di plastica.

    Essere sia congelati e non perderanno ugualmente consistenza e sapore.

    Mani in pasta quindi e cuciniamo i quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia!

     

    Ingredienti:

    • 150 gr di farina di riso
    • 50 gr di fecola di patate
    • 30 gr di farina di quinoa
    • 150 ml di acqua
    • 100 ml succo di pesca o arancia
    • 1 scorza d’arancia
    • 1 bacca di vaniglia
    • 140 gr di zucchero di canna
    • 25 gr di miele
    • 1/2 bustina di cremor tartaro
    • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
    • 50 ml di olio di riso

    Per preparare i quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia in una ciotola gli ingredienti secchi. Mescolare quindi farina di riso, fecola, quinoa, zucchero, cremor tartaro e bicarbonato.

    Il frullatore ad immersione emulsionare gli ingredienti liquidi dei quadrotti di riso e quinoa all’arancia e vaniglia: acqua, succo di pesca, miele, olio.

    Una volta che i liquidi saranno ben amalgamati, unire i semini della bacca di vaniglia e la scorza d’arancia.

    Per estrarre i semi della bacca di vaniglia è sufficiente tagliare la lama per tutta la lunghezza e, tenendola ferma, passare la lama di un coltello su tutta la bacca.

    Procedere nella preparazione dei quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia, mescolando i liquidi ai secchi molto bene.

    Se necessario usare le fruste elettriche.

    Ricoprire una composizione di carta e versarvi il composto dei quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia.

    Infornare a 180 gradi per circa 20 minuti.

    Con la cottura dei quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia con l’aiuto di uno stecchino.

    Lasciar raffreddare la torta e dividerla in quadrotti.

    Cospargere i quadrotti di riso e quinoa all’arancia e alla vaniglia di zucchero a velo.

    Buon appetito!

    Per i biscotti grancereala alla quinoa cliccate qui.

     

    Elenco eccipienti vietati per allergia al nickel

    La lista degli eccipienti vietati per l’allergia al nichel è un vademecum per noi allergici.

    E ‘utile per imparare a riconoscere il nickel nei prodotti confezionati e nei farmaci e ci salva da possibili reazioni allergiche.

    Non tutti danno la giusta importanza a ciò che contengono i cibi confezionati oi farmaci e pur seguendo la dieta continuano ad avere allergie reazioni.

    L’elenco degli eccipienti vietati per l’allergia al nichel può aiutarci a stare bene e assumere con serenità farmaci o cibi idonei.

    Ovviamente piccole quantità occasionali possono essere tollerate dal corpo, il problema è la ripetibilità.

    Se è necessario tuttavia assumere un farmaco, meglio seguire le indicazioni mediche o cercare insieme a chi vi segue un prodotto adatto.

    Fate tesoro dell’elenco degli eccipienti vietati per l’allergia al nichel!

    1. addensanti
    2. alghe varie
    3. amido di mais
    4. aromi artificiali
    5. burro di cacao
    6. carragenina
    7. coloranti
    8. conservanti
    9. destrosio
    10.  difosfati
    11.  difosfato sodico
    12.  dolcificanti industriali
    13.  echinacea
    14.  eucalipto
    15.  farina di carrube
    16.  farine di cereali non concessi
    17.  farina di guar
    18.  farine di legumi
    19.  farina di lupini
    20.  gelatina alimentare (grande quantità)
    21.  grassi idrogenati
    22.  grassi vegetali
    23.  karkadè
    24.  kokkoh
    25.  lecitina di girasole
    26.  lecitina di soia
    27.  lievito chimico
    28.  mais
    29.  maizena
    30.  maltitolo
    31.  malto
    32.  maltodestrine
    33.  malto d’orzo
    34.  menta
    35.  miso
    36.  mono e digliceridi degli acidi grassi
    37.  olio di anacardi
    38.  olio di arachidi
    39.  olio di avocado
    40.  olio di colza
    41.  olio di cocco
    42.  olio di girasole
    43.  oli idrogenati
    44.  olio di macadamia
    45.  olio di mais
    46.  olio di mandorle
    47.  olio di noce
    48.  olio di palma
    49.  olio di soia
    50.  olio di semi di canapa
    51.  olio di semi di girasole
    52.  olio di semi di lino
    53.  olio di semi d’uva
    54.  olio di semi di sesamo
    55.  olio di vinaccioli
    56.  pappa reale
    57.  pectina artificiale
    58.  pirostati
    59.  proteine ​​vegetali
    60.  rosa canina
    61.  sciroppo di destrosio
    62.  sciroppo di fruttosio
    63.  sciroppo di glucosio
    64.  sciroppo di maltosio
    65.  semi 
    66.  semi di guar
    67.  semi di tara
    68.  soia
    69.  tamari
    70.  tempeh
    71. vanillina
    72.  zucchero d’uva
    73.  E407 (carragenina)
    74.  E410 (farina di semi di carrube)
    75.  E411 (farina di semi di avena)
    76.  E412 (farina di semi di guar)
    77.  E417 (gomma di tara)
    78.  E426 (emicellulosa di soia)
    79.  E440 (pectina amidata)
    80.  E441 (gelatina)
    81.  E450 (difosfati e pirostati)
    82.  E471 (mono e digliceridi degli acidi grassi)
    83.  E479b (olio di soia ossidato)