Perchè evitare i cibi industriali

1. Il cambiamento degli stili di vita e le industrie alimentari

Cibi industriali: cos’hanno di dannoso?

Oggi ne consumiamo tanti, poiché i ritmi di vita sono frenetici. Non si ha più tempo per cucinare alimenti sani e naturali, quindi ci si affida a cibi precotti.

L’importante è essere alleggeriti dagli oneri.

In un mondo dove si va sempre di corsa, si presta sempre meno attenzione alla qualità a favore della praticità, ma non sempre questi sono valori che ci assicurano salute e benefici.

Negli ultimi 50 anni sono aumentate in modo esponenziale le malattie legate all’alimentazione, a causa del mutato stile di vita e alla nascita dell’industria alimentare.

Lo sviluppo economico ha portato ad una maggiore floridità di risorse e alla comparsa di nuovi prodotti accessibili a tutti. Infatti le persone abituate ad un’alimentazione salutare, sono migrate verso le grandi metropoli per motivi di lavoro, dove l’offerta di cibo era completamente differente: prodotti scadenti e a buon mercato.

Si è passati quindi da diete non molto varie, ma che comprendevano prodotti freschi e genuini, a diete estremamente squilibrate, che hanno causato da allora danni immensi all’organismo.

Prodotti scintillanti e coloratissimi in confezioni accattivanti. La pubblicità ha puntato alla bellezza e ai prezzi contenuti, ma non alla sostanza.

I costi ridotti sono da attribuire  alla scarsa qualità dei prodotti e ai salari bassissimi di lavoranti e produttori. A questi ultimi addirittura sono a volte imposti anche i tipi di mangimi o fertilizzanti da utilizzare, affinchè le multinazionali della distribuzione alimentare abbiano un controllo capillare su tutto il processo produttivo.

L’estrema disinformazione sui metodi di produzione e sui meccanismi di marketing, ha determinato il successo di questo sistema errato.

Partendo da questo presupposto, è possibile individuare i punti deboli dei cibi confezionati:

  1. sono ricchi di grassi di origine animale (grassi saturi);
  2. sono ricchi di zuccheri;
  3. hanno scarsi elementi nutritivi;
  4. sono cibi morti a livello di elementi nutritivi;
  5. propongono una dieta monotona;.
  6. contengono additivi chimici.

2. I danni dei cibi industriali

In che modo i cibi industriali possono danneggiarci?

I grassi e gli zuccheri sono spesso impiegati per dare agli alimenti un gusto gradevole, infatti gli impasti base dei cibi industriali sono insapori e fatti con ingredienti di scarto estremamente economici.

L’esperta Marta Albè -intervistata dal sito www.greenme.it ha spiegato che:

Si parla di cibi morti per indicare quegli alimenti nei quali gli enzimi naturalmente presenti al loro interno, vengono uccisi. Per poter conservarli a lungo, è necessario evitarne l’ossidezione e il deterioramento. Questo processo li rende prodotti stantii.

La grande quantità di prodotti nei supermercati dà l’illusione di avere una vasta scelta di prodotti diversi tra cui scegliere. In realtà sono prodotti uguali tra di loro a livello nutritivo, quindi propongono una dieta poco variata. Essi sono talmente artefatti, perchè scomposti nei loro costituenti di base e poi ricostruiti, che non conservano nulla del prodotto originale, solo l’aspetto.

Gli additivi chimici sono elementi nocivi per l’organismo, che non sa difendersi da ciò che non è naturale. Quest’ultimo quindi, isola queste sostanze, creando depositi di tossine, difficili da smaltire e metabolizzare. Questa confusione può essere causa di una divisione cellulare, che intacca il delicato equilibrio del corpo.

Inoltre come spiega il sito www.omeonet.info:

L’alimentazione va integrata con concentrati di cibo ad alta “densità” vitaminica, proteica, minerale, per andare a colmare i vuoti già in essere, ma soprattutto per impedire che se ne formino. Che cosa sono questi vuoti? In sostanza, secondo la nutrizione ortomolecolare, che letteralmente significa “raddrizzare la molecola” (nutrendola), sono i piccoli o grossi disturbi che ci impediscono di essere in perfetta salute: acne, coliti, soprappeso, artrosi, diabete, colesterolemia, pressione alta, ulcere, psoriasi, stitichezza ecc.. Qualsiasi disagio fisico e, secondo il premio Nobel Linus Pauling, anche mentale, può essere ricondotto a carenze nutrizionali che determinano il cattivo funzionamento di quella macchina incredibilmente complicata che è il nostro corpo.

Gli aromi artificiali sono utilizzati per esaltare il gusto e la sapidità dei cibi industriali. Ciò crea sapori finti che sostituiscono quelli reali.

Ne risultano alimenti ipercalorici ma con poco nutrimento.

 

3. Conseguenze di un’alimentazione a base di cibi industriali

I cibi confezionati portano a numerose patologie, perchè contengono innumerevoli e differenti tossine, che nel tempo si accumulano nel corpo, creando dei depositi che causano malattie croniche e degenerative.

Un problema scottante dei Paesi industrializzati è l’obesità.

Secondo i dati dell’OMS (Ministero della salute) nel 2005 più del 75% delle donne di 20 Paesi diversi era in sovrappeso. Nel 2008 si contavano oltre 1,4 miliardi di adulti in sovrappeso (il 35% della popolazione mondiale); di questi oltre 200 milioni di uomini e oltre 300 milioni di donne erano obesi (l’11% della popolazione mondiale).

Si stima che nel 2011 ci fossero nel mondo oltre 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso. Nell’elenco sono presenti gli USA e i Paesi ricchi, ma anche il Sudafrica, la Giamaica, la Giordania e il Nicaragua, a confermare una corrispondenza tra tasso di industrializzazione, maggiori risorse economiche, diffusione di prodotti confezionati a basso costo e malattie. Si registra  l’aumento dell’obesità in nazioni con un basso livello di istruzione e una crescita del 30% sulle vendite annue di prodotti trasformati. In mancanza di redditi sufficienti per comprare frutta e verdura, le famiglie più modeste fanno scorta di zuccheri, carboidrati, oli e altri alimenti lavorati.

Le mense scolastiche e gli uffici sono alcuni dei luoghi preferiti dalle multinazionali per diffondere i propri prodotti. Infatti esse indicono concorsi fra diverse aziende alimentari per la fornitura di cibo. Vincono quelle che offrono i prezzi più vantaggiosi.

Per esempio, negli Stati Uniti grandi società produttrici di bibite si sono assicurate il controllo di diversi distretti scolastici. La Coca-Cola ha firmato contratti milionari pur di raggiungere un tetto annuo di bibite consumate per ciascuna scuola.

Ciò contribuisce a diffondere un’alimentazione sbagliata, perchè a monte il cibo che ci viene proposto nei luoghi di ristoro, non è sano. Non ci viene  data la possibilità di scegliere liberamente e seguire un’alimentazione equilibrata.

4. Prodotti e sostanze industriali da evitare

Gli eccipienti da evitare sono:

  • emulsionanti,
  • conservanti,
  • coloranti,
  • aromi artificiali,
  • umettanti,
  • essicanti,
  • dolcificanti artificiali,
  • sbiancanti,
  • neutralizzanti,
  • disinfettanti,
  • addensanti,
  • antischiumogeni,
  • antiagglomeranti,
  • alcalinizzanti,
  • deodoranti,
  • volumizzanti,
  • gas,
  • lucidanti,
  • idrogenanti,
  • idrolizzanti,
  • maturanti,
  • solfiti,
  • anidride solferosa,
  • pesticidi,
  • antimicotici,
  • stabilizzanti,
  • testurizzanti,
  • antibiotici,
  • steroidi,
  • radiazioni.

Per la lista eccipienti vietati per l’allergia al nickel, clicca qui.

Queste sostanze sono presenti in particolare in:

  1. pop corn- nocivi per gli oli e per le confezioni che li contengono;
  2. patatine fritte– che contengono elevate quantità di grassi, spesso sono fritte in oli riutilizzati e portatrici dell’Acrilamide. Esso è un agente cancerogeno, che si sviluppa negli alimenti ricchi di carboidrati, durante la cottura a temperature elevate.
  3. salumi- se se ne abusa, possono causare danni. Sono realizzati con carne finemente macinata, in modo da rendere difficile capirne la provenienza e la qualità. Bisogna verificare l’assenza di nitrati e nitriti.
  4. oli vari e margarina- quest’ultima si ottiene mediante l’idrogenazione degli oli vegetali, tra cui quello di palma, conservanti, coloranti ed emulsionanti degli acidi grassi.
  5. sottilette e formaggini- sono il risultato di miscele di formaggi a volte non fermentati a sufficienza o scaduti, assemblati grazie a dei polifosfati.

4.1 Le bibite industriali

Oltre ai cibi industriali, bisogna prestare particolare attenzione alle bevande confezionate, che contengono oli vegetali bromurati. Esse determinano lesioni agli organi interni, perchè derivano dal catrame di carbone e altre sostanze cancerogene e apportano danni a ossa e denti.

L’aumento senza precedenti dell’incidenza di cancro va di pari passo con il forte aumento della prevalenza di sostanze non testate nell’offerta alimentare.

Durante un simposio di oncologia, il dottor Hermann Druckry ha chiarito: “Anche in chi ne assorbe quantità infinitesimali c’è un effetto cumulativo, e quando si raggiunge un certo livello ed è trascorso un periodo di latenza, l’effetto diventerà evidente sotto forma di tumore.” La sostanza che ingerite oggi, nascosta dentro quella deliziosa golosità a cui non sapete resistere, potrebbe predisporvi ad avere un cancro fra qualche anno. Ne vale la pena?

In passato si pensava che il corpo fosse in grado di detossificarsi dagli additivi alimentari, e che questi venissero scomposti in sostanze innocue. Oggi sappiamo che ciò non avviene.

5. I test sugli additivi chimici

Gli additivi chimici sono aggiunti ai cibi industriali per permetterne la produzione, la conservazione e il trasporto e garantire un aspetto, un sapore e un profumo accattivanti.

Il sito www.benessere360.com riporta un articolo dettagliato al riguardo, spiegando che essi possono essere suddivisi in base alla loro funzione.

L’Unione Europea ha regolamentato l’uso degli additivi chimici, emanando tre direttive. Gli additivi sono divisi in sette macrocategorie, indicate sulle etichette con la lettera E seguita da un numero che va da 100 a 999.

Secondo alcuni studi è possibile assumere questi componenti entro una certa soglia giornaliera per non avere effetti collaterali.

Secondo i dati riportati dall’AIRC, associazione italiana per la ricerca sul cancro, alcuni additivi, chiamati nitrati e nitriti, che vengono di solito aggiunti alle carni, sono sostanze cancerogene da evitare per il benessere fisico di ciascuno.

Il Ministero della Salute è tenuto a svolgere continui controlli sulla merce in vendita, sia per assicurarne la qualità, sia perchè sulle confezioni non sono specificate le quantità di additivi presenti negli alimenti industriali.

Inoltre molti additivi non sono adeguatamente testati, eppure sono sati utilizzati ugualmente.

I produttori alimentari si affidano a chi produce gli additivi e a società “indipendenti” per fare test su questi elementi, come gli Industrial Bio-Test Laboratories, fra i maggiori laboratori di analisi industriale al mondo. I dirigenti di questa azienda sono stati condannati per aver falsificato i risultati delle ananlisi svolte per conto di numerose imprese.

A volte i laboratori che si occupano dei test per cibi industriali non sono in grado di identificare agenti cancerogeni o nocivi, soprattutto si ignorano i pericoli cumulativi dell’assunzione degli additivi. Nei test si è sempre trascurato anche l’aspetto dell’interazione.

6. Lavorazioni industriali alle quali stare attenti

In generale meno i prodotti sono lavorati, minore è la possibilità di aggiungere agenti chimici. Frutta e verdura freschi non possono essere paragonati a cibi confezionati per esempio.

Un processo pericoloso quindi è la raffinazione, che elimina sostanze nutritive e proprietà degli alimenti.

Come riporta il sito www.mypersonaltrainer.it:

I vantaggi derivanti dal consumo di cibi integrali vanno in gran parte ricondotti all’aumentato apporto di fibra .

La fibra alimentare infatti:

Importante ricordare per chi è allergico al nickel che l’integrale è assolutamente vietato in fase di detox.

Per la dieta completa, clicca qui.

Altri vantaggi importanti derivano dall’aumentato apporto di vitamina E (nel caso degli oli vegetali, la raffinazione ridurrebbe il contenuto di tocoferolo ed acidi grassi essenziali, fondamentali per la nostra salute) e di alcune vitamine del gruppo B. Inoltre i cibi integrali hanno un indice glicemico ed un contenuto calorico inferiore e sono pertanto indicati nelle diete dimagranti (a condizione che l’integrale non diventi un pretesto per mangiare di più poiché le differenze caloriche tra i due alimenti sono, tutto sommato, modeste).

Bisogna evitare le carni provenienti da allevamenti intensivi, che puntano ad ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo. Si usano infatti  macchinari e farmaci veterinari.

L’affumicatura è una tecnica di cottura molto diffusa nell’industria alimentare. In cucina consiste nel cuocere gli alimenti, esponendoli al fumo generato dalla combustione lenta della segatura di legni aromatici e spezie. L’affumicatura nei cibi industriali invece, prevede l’uso quasi esclusivo di coloranti artificiali con “aroma affumicato” nella preparazione dei cibi.

Gli alimenti surgelati a volte possono essere modificati dalle industrie attraverso l’aggiunta di additivi, per mantenere intatto aspetto e gusto. E’ importante sapere che alcuni alimenti non possono essere surgelati, come racconta il professor Migliaccio, nutrizionista e presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione.

I cibi industriali precotti sono un’altra categoria da evitare, perchè estremamente ricchi di sale, il cui abuso può causare ictus. Inoltre favoriscono patologie cardivascolari a causa dell’alta percentuale di grassi contenuti come si è sottolineato al “The future of science”, convengo organizzato da Umberto Veronesi.

I dolcificanti, gli edulcoranti artificiali, i polialcoli presenti nei cibi industriali sono elementi in grado di  danneggiare fortemente il nostro organismo.

Come riportato dal sito www.expo2015.org:
Il saccarosio, cioè lo zucchero, è composto da glucosio e fruttosio. Lo zucchero è dannoso non tanto perché fa alzare la glicemia, ma in quanto contiene fruttosio, che ostacola il buon funzionamento dell’insulina, l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue, permettendogli di entrare all’interno delle cellule, dove viene bruciato per produrre energia. Inoltre il fruttosio, contrasta la leptina, l’ormone che toglie il senso di fame e ci avverte di non mangiare più se non ne abbiamo più bisogno. Il diabetico non dovrebbe mangiare né zucchero, né fruttosio, né dolcificanti artificiali.

I grassi idrogenati

I grassi idrogenati sono sostanze che aumentano i livelli del colesterolo LDL e di diminuiscono quelli del colesterolo HDL, considerato “buono”. I vasi sanguigni così diventano meno flessibili, influendo negativamente sulla pressione del sangue. I grassi idrogenati sono ottenuti tramite un processo di lavorazione degli oli insaturi, che mira ad ottenere grassi di consistenza differente, a seconda degli impieghi industriali. Si ottengono così dei grassi insaturi, anche denominati “grassi trans”, la cui presenza nella dieta è stata legata alla comparsa di ictus, arteriosclerosi e malattie coronariche.

Importante sottolineare come i grassi idrogenati siano ricchissimi di nickel, dato che nel processo di idrogenazione vengono usati atomi puri di nickel per rendere i suddetti più resistenti alle alte temperature.

7. Dieta sana

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Un consiglio importante è quello di evitare il più possibile i cibi industriali, che riempiono gli scaffali dei supermercati. Una dieta sana ed equilibrata è la risposta a quasi tutti i malesseri di oggi, perchè noi siamo quello che mangiamo.
L’aliementazione dei nostri avi era caratterizzata da cibi semplici e salutari, frutta, verdura, carni allevate a terra, pesce e cereali. Non esistevano eccipienti e sostanze chimiche e il cibo aveva un sapore completamente diverso da quello attuale. Tutti questi elementi artificiali potranno rendere appetitoso e invitante un alimento, ma ne nascondono il vero gusto, il vero profumo e la consistenza. Siamo talmente abituati ai cibi industriali da aver dimenticato come sono realmente gli alimenti.
L’esigenza di pasti già pronti, da preparare in pochi minuti, che siano saporiti e “appaghino” il palato ci spinge a cadere in tentazione.
 E’ possibile tuttavia preparare dei pasti completi e genuini in breve tempo e con poco sforzo, facendo però attenzione alla nostra spesa: una dieta equilibrata comprende cibo integrale, vivo, fresco, variato, non tossico, moderato, endogeno e con sapori naturali.
Per alcune ricette facili e veloci:

Curare ciò che mettiamo nel piatto, significa volersi bene e prevenire malattie e malesseri. Non sempre bello vuol dire buono o sano. Dovremmo imparare a distinguere tra i due concetti e ritornare all’amore per ciò che è sano e ci fa bene.

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